zut!vlamm!puff!

Publié le par maximilian capa

"Se tutti i PEDONI si dessero la mano"...

...non potrebbero certo darsi pure i piedi...
ETC.
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2139ilpedone
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"Il prit une sage résolution:
il cessa de dire la vérité."
(John Steinbeck, CANNERY ROW, 1945)
GIORNATA 2139

BREVES DE TROTTOIR/ Paris-Banlieue: 9-3...

¤ Bus 151, Drancy-Porte de Pantin. Un vieux bonhomme africain
fort sympa descend à un arrêt de bus, porte derrière, et tout DE SUITE il
remonte, par devant...
Il répète le même manège aux arrêts successifs, DOUZE, avec le conducteur
qui le
regarde stupéfait et goguenard, mais qui ne dit rien. 
Moi, j'observe rigolard.

A Porte de Pantin, plus que intrigué, j' ose poser une question à ce vieux
monsieur très content de lui, au regard  pétillant . Il me répond, traçant
des vagues avec la main en l'air: "C'est QUE moi j'aime AVOIR LES PIEDS
PAR TERRE, ô mon frère!"
***

(Le piéton,IL PEDONE)




DOVE si trova un uccello ancor più
coglioncello che il "mio" pedoncello...

¤ Jour de l'AN. CAPODANNO, come si dice laggiù...9H30.
Levatomi piuttosto presto, m'ha preso un pallino: di vongole
(coques, capis...) e/o cozze (moules, pedoï...), da far
sviscerare a fiamma lenta, con cipolla triturata ed una puntina
d'aglio. Poi, il "sugo" salato ed acido e sabbioso che resta
dopo la mangiata, penso di utilizzarlo come fondo strutturale
-la sera- per una sorta di minestraccia di risi lunghi e piselli
secchi e lenticchie e sedano rapato e fettine di patate in fette,
con tutte le droghe necessarie ed altre cose umane.
Passo al mercato del venerdi' e resto deluso. E' rado e sfollato.
E non ci sono i due soliti pescivendoli. Che, di sicuro hanno
venduto abbastanza o tutto nei giorni scorsi e non si son mossi
dal letto, per "impararmi a vivere"...
Girello allora in giro, curiosando, come un'anima spenta, e la
pipa accesa. Su una strada laterale, di fianco al giardinetto
dove les vieilles dames portano il loro cagnolino a cagare,
scopro stupito in alto su un traliccio, inutile, infisso in
diagonale (sfizio decorativo d'architetto Di Sinistra) su una
costruzione in cristallo degli Ateliers Hermès, un uccello nero
che non so definire, un tantin più piccolotto che un piccione.
L'uccello è agitato e non sta fermo un momento.
Per momenti sbecchetta come un picchio la lastra vetrosa, poi
vi balza contro, furioso, sbattendovi le ali. E ripete varie
altre figure, più pazze le une che le altre, verso quello che
è -in fin dei conti- uno specchio.
Egli attacca -dunque- "sé stesso", infierisce a colpi di becco
e d'ali e zampate grinfiose contro la propria immagine riflessa,
nervosissimo -lo si sente...-, poiché non capisce come mai
"l'altro uccello" non reagisca a modo suo, non risponda
all'attacco e non faccia -presumo- una danza d'amore o
d'amicizia come si deve, o che ne so... NON CAPISCE...
L'incredibile follia agitata dura un bel pezzo. L'uccello si
riposa tre secondi, guarda, poi riparte in azione.
Cerco di penetrare "telepaticamente" il suo cervellino, per
fargli comprendere la radice del suo errore d'interpretazione.
Ma lo sento corazzato, impermeabile. Mi pare, questo essere
volatile spaparanzato, "il monumento" mobile e frenetico e
cinetico dell'Ideologia...
Resto quasi un'oretta nel gelo -che non mi da fastidio- ad
osservare con stupita ammirazione questa curiosa e
straordinaria perseveranza dell'idiozia. Mi fa davvero
tenerezza. Ma poi me ne vado.

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