bang!bong

Publié le par maximilian capa

DOVE il pavone diventa:

"THE GREAT GATSBY"....

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un paracadutista non fa primavera...



FAVOLE GROTTESCHE,

Libro Primo.
[vedi PURE rubrica Frankenstein in alto a destra, per il LIBRO
PRIMO.]

 

maximilian capa
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La Cappuccetto Rosso scomparsa ed altre
FAVOLE GROTTESCHE
¤¤¤ vedi pure SOMMARIO:   sommario favole

¤¤¤ vedi - pure- SOMMARIO libro secondo: sommario favole 2




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2
***
Il paracadutista

senza coda.
(...segue)

 E' certo, dunque, che i pavoni sono, e bisogna riconoscerlo,
di struttura psicofisica alquanto bizzarra. Degli sfasati,
sballati male pure...
Bestie volatili vaccamente differenti. Sgorbi inumani
sofisticatissimi.
(Nessuno puo' testimoniare d'aver mai colto il Roteweidert
Emilio mentre sorrideva o rideva. Già l'Aristotele e il
Rabelais avevano scritto in chiaro -e una volta per tutte!-
che: "Il riso è il proprio dell'uomo, mentre gli animali e
le erbe selvatiche non ridono mai, come le rocce e i pesci
di mezzofondo. Tranne le jene, le quali sghignazzano ma
grottescamente, per loro malattia isterica." Pur essendo
"bestia! bestia che non ti dico!", il nostro pavone non era
un animale - e neppure un uccello volatile, del resto...- E
non si capiva a quale aliena genia alienata appartenesse.)
Colmo di sé… Quando venne il circo Zavatta che aveva, fra
i suoi fenomeni da fiera, oltre alla donna dalla barba lunga e
bianca, da Babba Natale, e un leone a sei zampe porcine,
anche una sala caleidoscopica piena di specchi dentro una
tenda: il Roteweidert vi resto' una settimana intera rinchiuso,
mangiandovi non solo tutto il denaro che il suo zio vescovo
di Txxxxxa gli mandava per vitalizzarlo un meso intero, ma
anche ben altro. Tutti i suoi risparmi nascosti.
Da qui si puo' dedurre quanto i continui apricoda del
Roteweidert fossero speciali, contronatura e non potessero
portargli altro che scalogna e cose nere, "pericoloso per
sé e
per gli altri" era, come si diceva ai bei tempi.
Di lui non si sapeva bene come fosse davvero sistemato
sessualmente, sinceramente, ma di sicuro certi sospetti
malevoli erano fondati, di quelli che lo ritenevano un
frustrato. Dai vizi inconfessabili.
Spesso si spingeva solitario, un poco disperato forse, in
posti reconditi dove nessuno sapeva che cercasse o che vi
facesse.
Voci d'ogni sorta circolavano sui suoi bizzarri peregrinare
fuori dagli sguardi delle genti, su certi vizi sconvenienti
e poco raccomandabili, su pratiche misteriose e poco banali.
Pareva che si desse all'onanismo, manipolando foglie
d'ortica, per soffrire nel piacere solitario. Ma magari
"incontrava i contrabbandieri del KGB, per questi traffici
d'uranio arricchito che gli portavano troppi denari,
provenienti dalla Libia o dall'Iraq socialista".
Certo è che quando scompariva rientrava poi con qualcosa
Di nuovo. Per stupire gli allocchi. Ed andava in giro per
raccogliere panzane da contarci. Il vizioso.
Infatti fu cosi', in uno di questi suoi girare misteriosi,
che il pavoncello matterello invento'il paracadute e mal
gliene colse.
Un giorno in cui, solo e misterioso come al solito, girava
coda spiegata in cima al colle Bernarda Masagatta, un forte
colpo di vento lo strappo' per aria e il pavone si trovo'
a volare senza ali ed a testa in giù.
Dopo un piccolo panico Emilio Roteweidert scopri' che la
brezza lo portava, lo portava lontano verso il mare, ma che
poteva, muovendo qualche penna
e piuma o agitando le sue corte e quasi inutili ali da
uccellastro terragno, cambiare la propria direzione.
Ed infine, colto da una illuminazione, provo' a
chiudere la coda, -per fare un esperimento-, e comincio'a
piombar giù, ma la riapri', e allora
scendeva più lentamente, e il vento lo portava magari
verso l'alto. E ripeté finché poté tale andirvieni,
per trovarsi
assai presto steso sull'erba, ma senza un graffio e con solo
con una penna un tantin storta. Il che non era malaccio…
Aveva cosi' scoperto un invenzione non inventata,
con il solito suo "culo" tremendo - e ne ebbe il lucido
cervello
per capirne le qualità, i lati, gli angoli e le
prospettive possibili,
gli orizzonti di gloria e pecunia. Tanti lavorano a lungo, sotto
luci insopportabili, per diventar famosi. I pavoni invece no,
i pavoni colgono sopratutto l'occasione, sperata ed attesa,
se non sono figli di papà.
Elettrizzato, dunque, torno' fra noi come un profeta uscito
Dal deserto, non smetteva di dire e ridire, scrisse al
giornale, la televisione reclamizzo' la sua scoperta, giunsero i
papparazzi di tutti i settimanali di moda, il capo degli
eserciti colse l'occasione tanto attesa per creare una
legione di pavoni paracadutisti, da poter infine attaccare
la Russia, -vecchio e stanco progetto tenuto al caldo dagli
strateghi di tutti gli Stato Maggiore SUPREMO Generale di
tutte le Armate Forze verso dove il sole si depone.
Il piano militare denominato "Kremlinus delendus est" prese
perfino, allora, un'ampiezza esorbitante -se si crede il
settimanale femminile L'ESPRESSO. Prevedeva, fra l'altro, di
lanciare ben 66.666 pavoni paracadutisti dalle alte cime
dell'Himalaya (Everest, K2, etc.), che avrebbero
attraversato la Cina "pacifica e progressista", portati dal
venticello monsonico in volo veleggiato, fin giusto sopra le
truppe cosacche e tartare per farne sterminio. E, 33.333
altri sarebbero partiti, per il lancio di guerra, su missili
intercontinentali, 666 per missile, per essere scaricati
sopra l'eresia russo-bolscevica. Per farne poltiglia.
Ed il tutto doveva essere preceduto da un’azione
specialissima d’incursori. Il RAID, segretissimo per
antonomasia, doveva restare tale che l’attacco a Pearl Harbor.
Neppure Rommel o Zapata ci avrebbero pensato…
Lanciato dalla cima del Monte Bianco, sfruttando
la corrente d’aria calda atlantica che dal Golfo di
Guascogna va sfritellando fino a OMSK e NOVOSIBIRSK, tale
una lama sinuosa Sickh che s’insinua (in certe giornate dell’anno…)
nel ventre molle
e glaciale dei Venti dell’Est, un Battaglione scelto di
Pavoni Paracadutisti Alpini doveva [avrebbe dovuto…dovrebbe…
dovrà…forse riuscirà, etc….] ATTRAVERSARE migliaia di chilometri,
portato dalle code-paracadute ben maneggiate da gente di mestiere,
da mercenari dell’Arte della Guerra.
Dopo aver attraversato la Slovenia, piena di partizans
Rossoneri ed Arancione, ed i Carpazi della Romania
(coi « compagneros» della Sinistra
Fascistocca Elena&NicolaeCEAUCESCU und DARIOfo&FrancaRAME
che li guardano, là in alto, da Timisoara, sorpresi da
questa intrusione
traversale sopra il loro orticello ideologico…), i pavoni
dovrebbero scendere
-armatissimi- sulla Piazza Rossa . Catturare tutti i quadri
del Partiro e dell’Armata Rossa, nel Kremlino.
E mozzare la testa dirigente, per
isolare, schizzofrenizzare e destabilizzare la ventraglia
molle dell’Impero zarista del Lenin.
Al momento in cui scrivo queste righe -in memoriale-,
l'operazione pare restare ancora come un dossier di cari
studi universitari da Generali "pieni di rabbia" ed
attitudine militare, ma stancati dai fatti della vita ed
attentisti sul da farsi. Ma, prima o poi il fattaccio puo'
capitare...

Roteweidert divenne un personaggio che conta, dunque, e
velocissimamente. Fu perfino ricevuto dal Papa
"In Visita Privata". Non si riseppe in giro cosa si dissero,
ma di sicuro la
cristianizzazione cattolica delle vaste distese della
Siberia si trovava al
bel posto nell'Ordine del Giorno. E pure il lancinante
problema della "Chiesa Del Silenzio", che era piuttosto
ortodossa più che papale-vaticana, ma che Stalin
disprezzava gettando tutti i preti pope a cavar rape
ghiacciate vicino a Vladivostock o a Magadan ben più al
Nord, e pure a cacciar balene sdentate nel Lago Baïkal.
Una bella vergogna per il mondo cristiano di Geova...
Il Papa, piangendo quasi, gli avrebbe esternato che:
"Bisognerebbe ridare il profumo dell'incenso e l'olezzo
della verità di Nostro Signore a queste povere genti
perdute. I pavoni paracadutisti possono rimettere il Mondo
dell'Est sui suoi piedi!"
E il papa gli aveva infilzato una decorazione paolina sul
petto: d'oro albanese, con sopra una croce
rossa che schiaccia una
stella gialla a sette punte che schiaccia una stella bordeaux
a cinque punte che schiaccia un candebro a sette braccia.
Poi la medaglia ebbe un rovescio, cosa facilmente
prevedibile: il lato amaro.
Nel fiele della sfortuna cieca e malvagia.

(segue...)

***

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