SLOVENIA atomic bomb CRASH!

Publié le par maximilian capa


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Bombe Atomique en SLOVENIE albanaise!!! - Le 19-12-2010 à 09:24

Ah, l'amour! L'amour, toujours l'amour...

***ULTIMA ORA!(sic!):
Una bomba atomica slovena sarebbe  esplosa a Capodistria!
Distruzioni durature nel Friuli!
Già milioni di morti e sfollati!
[questi poveri ladri sloveni avevano già un "filosofo" di
statura mondialisation, alla Toni Negri, TITOlondinese, ma
ignoravo che disponessero pure di fisici nucleari juifs alla
Nordcoreana. Sono stato ingenuo...]
Che ne sarà dei nostri fanciulli morti?
Eh?! cagnacci di merda

***MESSAGGIO TROVATO IN UNA BOTTIGLIA:
Bloccati dalla neve! Ma fatti comunque tre chilometri a piedi sotto i
fiocconi ridenti ironici, nel fine pernicioso di pubblicare questa
giornata -prima che vada a male...- e procurarmi il tabacco da pipa
ch'avevo finito e scolarmi tranquillamente una Bavaria 8.6 ghiacciata.
E poi si parla male di me...
(giorno d'oggidi', IN ILLO TEMPORE)
***
Papillon 1***

***





***POST:
LA ZONE, comme chez ZOLA...
Une implant de prothèses mammaires seme la panique chez les
artistes artiste-plasticiennes d'Art Contemporain (...car, en persistant
en le dire Art Moderne, ça ferait vachemente REAC... et grave).
Parce qu'elle voulait ABSOLUMENT une nouvelle poitrine avant les
fêtes de fin d'année, Marina Le Pen-et-père [bistrottière PMU y
zonarde socialiste-natioanale tristement typique, et jusqu'à la
caricature, aux cheveux raides mal lavés collés mais blonds y en
bataille, à la gueule devastée y bouffie par l'ivrognerie, au bleu
à l'oeil laissé "par son mari" durant une "discussion philosophique"]
aurait franchi le cap -"La tentation était trop grande"- en se faisant
menttre en place une installation plasticienne-ecologique à partir
de materiaux de récupération par un reconnu artiste plasticien de
Mairie de Banlieue y rapppppeur (le nommé Dany Cohen CON BIEN DIT).
Vaste émoi, dès lors, chez les copieurs du LOUVRE d'ABHI DABHI...
MAIS, voilà, elle aurait déjoué la vigilance du personnel
plasticienno-esthétique d'Europe ECOLOGIA qui en avait soin
y ORSEC(le plan), et pris la poudre d'escampette.
SANS avoir -au passage- réglé les 50.000 euros (zorros) de
l'OEUVRE D'ART insigne.
...Encore une Lollo Ferrari en la nature...
...Quel futur pour nos enfants?
...On sera DE TOUTE façon FIN-prêts pour le 2012/2017!

¤¤¤


FAVOLE GROTTESCHE,

Libro Primo.

***

maximilian capa
¤¤¤
La Cappuccetto Rosso scomparsa

ed altre
FAVOLE GROTTESCHE

¤¤¤ vedi pure SOMMARIO:  
sommario favole libro primo

¤¤¤ vedi - pure- SOMMARIO libro secondo: sommario favole 2


***

9

***
PAPILLON DE NUIT, il mostro
stanco mentre attende speranzoso.

***
Mentre si pitturava i labbroni la bella sgarzuola figozza
essa leggeva con vispo interesse ed attenta attenzione
gli annunci economici sul giornale aperto in
grande a doppiapaginona di lato alla tazzona dal tè bollente e
fumante sul tavolo piantato e sostenuto da studiati ed
adeguati speciali supporti nel fianco del tronco di
un pesco in fiore dai petali paracadutisti che giravano
girovaganti sul filo delle brezze leggere e tenuissime quando
si staccavano dalla madre patria paterna in mezzo all'orto dove
le melanzane ed i pomidoro perfettamente allineati e coperti ed
altre leguminacee  e verdure divorabili fiorivano o si trovavano
a gelsificare fogliame e frutto ecerbo in una confusione vegetale
ben ordinata dentro l'hortus conclusus d' un jardin potager pulito
ed illuminato bene scandita la verde vita lentamente e nella durata
eterna dai corsi attuali della luna che era sui suoi tre quarti
ineccepibilmente e quasi piena allora ed incinta fino agli occhi
ma non ancora dal pancione svuotato il che incuteva rispetto e
timore alle maree ed ai fili d'erba imberbi.
Il giornale era "Il Gazzettino dei Giorni Nostri", del Sindacato
Mamme di Famiglia di Berlino-Est.
Stampato interessante, che usciva una volta per settimana, pieno di
giochi, belle notizie, barzellette, disegni pornografici, e niente di serio,
per accompagnare lietamente il Giorno di Riposo dei Lavoratori.
Rosina lo adorava e lo leggeva tutto da cima a fondo.
Si soffermo' il suo occhio tondo
particolarmente su una strana offerta che in sintesi attirava
la sua attenzione e ci metteva dell'elettrico mica male:
"Papillon De Nuit un poco in
disuso ma di fresca revisione con rotella da
cambiare sulla quarta zampa a destra e un
poco incollato sul remigante posteriore, ma
di bella vecchiezza, disposto ad  aprire rapporto amoroso
duraturo e sincero, stanco di solitudine,
si renderebbe  disponibile a scoperchiare  il suo cuore
per una fanciulla desiderosa di viaggiare all'estero."
Lesse e rilesse le scarse righe pensosa la
farfalla Rosina Tamburi, appartenente
scientificamente alla vasta ed esotica
famiglie delle Libellulas Crixoglacererupiensis Fantaskas,
mentre si intonacava le guance con belletto rosa e
passava striature di biondo artificiale sul
suo lucido cranio a forma di bombetta.
Poi si pettino' il pelo sulle spalline con cura, in conclusione
dicendosi che -costi quel che costi- QUELLO
-questo Papillon De Nuit...- sarebbe stato
il suo nuovo uomo. Un maschio dentro il suo orto di famiglia.
Era ben stanca di vivere caparbiamente da
sola, dopo l'ultima rottura, ed anche se lo
sconosciuto si presentava sinceramente come
in quasi pessime condizioni, cio' quantunque
risvegliava i suoi profondi istinti materni,
radice di ogni amore.
"Lo rimettero' in
sesto con tutte le mie cure e le mie
attenzioni e faro' di lui un Tarzan: il MIO
lui!" cerco' di convincersi ripetendosi in
mente la bella prospettiva, tale un film visto e
rivisto fino alla sazietà e che non ti stanca mai.
Ma, nel fondo della sua
piccola anima da grillotalpa, il fatto di avere ancora
un uomo -di nuovo- sottilmente l'inquietava.
Per evacuare le punte d'ago dell'angoscia, la Rosina
pensava a come l'avrebbe mammeggiato: grandi
sedute d'amore e d'erotismo, brodini, buon umore e
baccalà, e tanto guardarsi dentro gli occhi.
Ed i formidabili cavoli bolliti ed il cavolfiore in
frittata con aceto di legno di acanto nero. Che ti
rimettono in piedi perfino un alpino appena tornato
di prigionia dalla Russia di Stalin.
Nel pomeriggio faceva un bel caldo e, dopo
aver mangiucchiato delle costine di porco
arroste e un melone, Rosina prese il volo,
intimamente attraversata da venuzze di gioia,
con lampi improvvisi d'allegria lancinanti
in ventre ed il clitoride tiepidamente umido..
Aveva ficcato nella borsetta il ritaglio del giornale
ma si ripeteva in testa l'indirizzo e
solo quello, pur se trovava un filino strano
che il tipo bramato abitasse dentro una
Casella Postale, "fatto dovuto certo alla
endemica crisi degli alloggi." le parve di
poter concludere. Mentre volava elegantemente,
lasciandosi di tanto portare pigra e goduta dalle
brezze teporose dell'estate, ali slargate e quasi immobili,
come un aliante vivente.
E si vedeva portare gioia, serenità
e letizia e la fiaccola della speranza dentro
quella cassetta per le lettere. E, tornando
dai lunghi viaggi di nozze a Venezia e a Parigi,
avrebbero potuto riposarsi nel vasto orto
della farfalla, eredità della bisnonna. Dove c'era
perfino un allevamento d'api, dal prezioso miele...
Ma la Casella Postale la trovo' chiusa. E vuota.
Era domenica, e l'aveva quasi scordato, che le poste PPTT
non operavano durante il Wik-End. Stronzate burocratiche
ma non insopportabili.
Allora, seduta in una osterietta campestre di quasi periferia
dalle parti del lungoPo quasi a Cantoira, si mise a chiamare il
Papillon De Nuit su tutti i numeri disponibili ed immaginabili,
col suo telefonino. Bevendo grappa e Millefiori Cucchi uniti
nella lotta, insistendo, lo ebbe, prima o poi, "dall'altra parte
del filo". [Rileggendo l'annuncio s'era accorta, la sbadata, che
dopo l'indirizzo della Casella Postale c'era pure un numero di
cellulare...]
Papillon De Nuit, passata la prima sorpresa, si rese conto del
suo misfatto (del non aver atteso le visite dentro la Casella...) e
si scuso' immediatamente, mentendo abilmente, da buon viveur.
Come un barone siciliano a Napoli.
Parlarono a lungo e lungamente.
"Deve avere dei lunghi favoriti sale e pepe, da vero siculo
gattopardiano!" Penso' la farfalla Rosina Tamburi sprizzante di
delizia e desiderio, mentre ascoltava rapita la bella voce
sensuale , tornita e sensualizzata dalla vecchiezza e dall'esperienza,
un fraseggio da vero signore, avendone ella la figa umida e bagnata
da evidenti umori grigioverdi.
E volo' via da lui che l'attendeva impaziente nel Naighte-Clubbe,
ballera nel pomeriggio, dove egli "operava".
E di cui, forse, ne era il padrone...
"Che colpaccio, ragazza mia!" cantilenava la Rosina in volo.

***
L'albatros a testa grigia Paolo Raimondi-
Stanga aveva preso il volo pure lui insieme
alla sua nidiata di figlioli per insegnare
ai fanciullini come salire in cielo piu'in
alto delle colline. Era la prima volta.


(SEGUE....)


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393 reprint


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