bombes à NOËL!
Inferno d'inverno
AlberiDIcasa 2***
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***POST:
"Nuovo" governo d'inverno in eterno dell'ASSface in Little Italy of "thu
vo' fà l'amarekano, merekano mha si natu giù di li'".
KE VERGOGNE, fjoi!!! Vonde carobulis, vecjus simiots!!!
Ma quel che mi diverte (ghigno amaro...) son tutti questi porcelli
"di sinistra" o di "centrosinistra" che si rassegnano e che tiran fuori
delle dialettiche da anni trenta, questi "intellettuali" che montano
costruzioni sociopolitiche vertiginose per dimostrare che -in fin dei
conti- l'ASSFACE non è tanto male quanto si crede, che -pur
brigantescamente- "è uno dei nostri,che ci sa fare"...
Ammirativi, quasi, sui bordi della mangiatoia.
Ci manca solo TOTO'...
Come puoi prendere sul serio questo paese?
Passons... Tirem inanz, MA VIA DA LI'!¤¤¤¤
Non cesserei, se lo si mi permette, di rivangare acerbamente
ancora la mia vecchia ed antica diatriba TOTO' (Principe -dopo
lungo e periglioso iter giuridico- Antonio de Curtis, SVP!) versus
Benito Mussolini, che tanto scalpore suscito' alla sua data, in certi
anni, nell'isola di Malta e pure a Pantelleria!
["PER altro, trovo poco fine di farmi trattare ancora
A PESCI IN FACCIA..."]
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LA PESTE juive dans la presse parisienne:
"APPRENDRE AUX INSECTES A' CONSOMMER!
Pour l'environnement, il est urgent de sensibiliser les mouflets à
des actes sexuels malpropres y ir-responsables, sans gant ni
louche a soupe, SANS TOIT NI LOI. NA!
Pour résoudre les problèmes (SIC!) environnementaux, les "nouveaux"
PRODUITS VERTS ne suffisente plus, ô Mamadou!
Un proverbe (FORCEMMMMENT) allemand résume la nécessité de
reprendre le problème (SIC!) à la source (c'est du Sartre!): " Ce que le
petit ADOLF H. n'a pas appris, DANY le CON BIENDIT ne l'apprendra
JAMAIS!" ET TOC! ça pour les juifs...
Oui, il est urgent d'intégrer à l'éducation de nos enfants les bases
de la CONSOMMATION RESPONSABLE.
Après tout, il s'agit de compétences essentielles pour
bien vivre au Maghreb.
Il est temps d'agir, le jeu en vaut la chandelle y
la centrale atomique EDF."
ET CETERA und & ET CETERA...
¤¤¤
FAVOLE GROTTESCHE,
Libro Primo.
***
maximilian capa
¤¤¤
La Cappuccetto Rosso scomparsa
ed altre
FAVOLE GROTTESCHE
¤¤¤ vedi pure SOMMARIO: sommario favole libro primo
¤¤¤ vedi - pure- SOMMARIO libro secondo: sommario favole 2
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8
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Alberi di casa.
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(...SEGUE)
(Come non vi ho detto, qui non abbiamo macchine automobili -dato
che il solo petrol disponibile è l'olio di ricino di balena o di capodoglio
grigiofumo- ma solo biciclette a sei, dodici o sedici rotelle con
ingranaggi moltiplicatori che ti danno belle velocità (pure 682,33 KMH.,
ultimo record) e che non possiamo utilizzare, certo, in tutta la loro
ecologica potenza, dato che non disponiamo di strade dritte, a
causa dei ghirigori e delle svolte continue, -al massimo qui si va a
non oltre 33,33 KMH, quando fa tiepido- il che ci consente una bella
energia di riserva, in caso di sorpasso complicato e/o conflittuale. E che
l'elettricità nostra è strettamente antiatomica ed anticarbonifera, per
non correre rischi inutili, la quale è abbondantemente fornita da tre
centrali a turbina tondo-quadrata azionate da 333 otarie e leonesse
di mare volontarie o della Legione Straniera, che fanno girare una
dinamo gigante e due più piccine, incatenate, ma solo quando gli
pare e piace. Costrette all'opera, per ragioni pratiche evidenti).
Qui da noi, allora, la luce artificiale è -per tutte queste ragioni
tecniche- verde, d'un verde chiaro, certo, ma verde quantunque.
Se l'altro "s'illuminava d'immenso", qui ci si fa una luce verde che è una
bellezza a vedersi...
Pure se molti preferiscono ancora i vecchi lampioni all'olio raffinato di
murena, che ti danno al meglio una lumicina giallognolo-vivace ben
d'altri tempi, e causa del lavoro eccessivo dei nostri rari oculisti. Ma
questo vago ed antiquato chiarore darebbe la possibilità di poter
vedere le foglie, di notte, nel loro vero colore. Cio' che tanti, qui,
adorano guardare, per ore ed ore, bevendo lentamente ma
ubriachevolmente.
Per dirvi, insomma, che qui l'albero è sacro, come le talpe nere
di Visigondia che scavano scavano e mai le vediamo, come -anche- il
diavolo Luciferino-Prometeo di Geova adorato in certe vostre contrade
poco chiare.
Ed io pure, li amo, gli alberi. Je vous dirai même plus.
Talvolta resto per ore ed ore a chiacchierare con un loro rappresentante,
di tutto e di niente, sul corso della pesca al tonno rosso, sui banchi
d'arringhe avvistati intorno alla nostra isola, sui cadaveri ghiacciati
della II Division Blindée del Leclerc arrivati qui non si sa come, trovati
sulla spiaggia, budella in aria, e pugno chiuso teso verso il cielo senza
stelle. Si discorre delle vaste strisce di tonnellate di sacchetti di
plastica e giocattoli da bambini sfasati che l'oceano ci invia sulle
spiagge grazie alla vostra solerzia. Ma qui non sappiamo come utilizzare
questi vostri doni. Dovreste unire "le mode d'emploi".
Ma gli alberi. Gli alberi...
Quando cavai fuori l'argomento "piccoli alberetti dentro l'inverno
atroce", lo feci in totale buona fede, solerte, ingenuissimo, senza
vedereci nessun male...
Ma.
Subito, sprizzando scintille dagli occhi, il Mio Buon Re mi ha fatto
riunire di corsa e in piena notte il Regio Consiglio di cui,
purtroppo, faccio parte. E dopo brevi e scarne discussioni il
Decreto Reale era subito pronto, che invitava (perentoriamente) tutti
i gioiosi sudditi ad accogliere in casa o "in luogo chiuso, riscaldato
e ventilato" gli alberi fanciulli ed adolescenti (di meno di 3-10 anni)
durante il duro inverno che qui fa paura perfino alle foche.
Alcuni infelici, ma solerti, per capire l'età delle piante ne segarono
parecchie per poter contare gli anelli annuali, ma il Regio
Chirurgo riusci', operando giorno e notte, a ricucire questi
misfatti. Durante alcune settimane si vide nella città Capitale e
nei villaggi le genti spingere dentro gli immobili degli alberi
piuttosto reticenti, spiegando loro con sorrisi e dolcemente che
quel che si faceva era per il loro Bene. Alcuni riempirono talmente
i loro locali cosi' da essere costretti a dormire dentro i sacchi
a pelo, nell'orto o in giardino. Ma con infinita gioia e nel
buonumore. Perché il Bene è una malattia senza polemica e prende
tutti fino alla stanchezza. Io stesso, pur innervosito, ho accolto
una dozzina di ragazzini legnosi nella mia vasta magione, ma ve li ho
sospinti a calci, dopo aver saggiamente celato in un buco in cantina
le mie botticcelle di grappa e di vino e la scorta di tabacco, poiché gli
alberi sono viziosi più di me. Senza disporre dei miei diritti.
In una Bella Società nazioncella come la nostra, il vizio, la
cattiveria, la parte maledetta delle anime e dei giorni, devono restare
segreti -per buona educazione- e coltivati nell'ombra, di nascosto. Il
che li rende vieppiù affascinanti e godevoli, come è nel mio caso
intimo personale.
Ma "le vittime" della Bontà, quelli, possono permettersi tutto ed
apertamente, tutto pare che gli sia dovuto e questo crea situazioni
poco banali. Dalle diaboliche conseguenze.
Nel seguito dell'inverno si conobbero giorni infernali.
Perché gli alberi sono viziosi e ignorano il Bene. Viziosi e capricciosi. Si
erano sistemati nei letti migliori e bevevano almeno cento litri di Bordeaux
al giorno e cadauno, si tagliavano di continuo le unghie e intasavano i
lavandini, giocavano a carte con i soldi altrui, guardavano per ore la
televisione fumando erbe drogate, sono lussuriosi e non rispettano le donne
d'altri, esigevano che sul focolare si ardesse solo carbone (legno
"morto")ma questo puzza e le strade furono ingrigite pure dallo smog... E
potrei elencare a lungo e magari a lunghissimo.
Da qualche mese la buona stagione ha portato un certo lenimento a questa
allucinazione: ma il nuovo inverno approssima e io mi sento fortemente
inquieto. Che fanno i Popoli Civili del Resto del Mondo? Occorre aiutarci. I
sudditi di Greenland sono anche Vostri fratelli! Che si faccia
qualcosa per noi. Qui abbiamo quasi paura. Almeno noi migliori.
***
(La traduzione non è certo perfetta ma l'essenziale non vi manca)
P.S. da notare pure che lo speditore ha scordato l'indirizzo suo. Ci
chiede degli aiuti, ma li MANDIAMO DOVE? Diamine...
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(1) E' il titolo d'un raccontino dell'Hemingway, tradotto dalla Nanda Pivano.
"Un posto pulito, illuminato bene". Questa frasetta eccellente, dall'ironia
involontaria, ma terribile, me la rivango da almeno quaranta anni
nella mente, talvolta. quando mi pare il caso di dover ghignare...
E' quel che io chiamo: il mistero di certe frasi... e di certe donne...
Senza queste inspiegabilità sghignazzanti la nostra vita di merda cosa
sarebbe?... La malignità aiuta a restare in piedi, anche durante il sonno
senza sogni.
(2) Certi spiritelli, che si vogliono facili bastiancontrario, mi fanno osservare,
certo amabilmente, che: una bottiglia acquea arrivata dal Grande Oceano
delle Grosse Balene e Balenottere (che son le più grosse), passando dalla
Manica e penetrando la foce della Senna, non potrebbe "mai" raggiungere
il porto di Rouen, dato che un fiume -per antonomasia- scende a valle
e non sale. Certo che questo osservazione non manca di qualche logica,
ma la definisco, io, immediatamente ridicola ed impostora.
Pur ignorando l'inevitabile assurdità delle cose correnti, dei fatti e delle
perdite del tempo, della sostanza dello spazio-tempo e della sua curvatura,
delle false notizie trasmesse alla televisione come vere -che se "vere" lo
sono, son portate in tavola come false, per non far male durante la
cena di famiglia, coi bimbetti e tutto...-, pur ignorando il ragionevole e
lo sragionevole -come dico- desidero attenermi a documenti inoppugnabili
fornitimi dalla GreenStandBocjkumForënGutLakenInternationalAmiciDegli
AnimaliADueZampe su un fenomeno che tutti gli abitanti del lungo-fiume
de la Basse Seine en la Haute Normandie normalmente guardano ed
osservano con inquietudine o disinteresse già da alcuni anni (due o tre...).
Grazie ("prego, non c'è di che...") al RECHAUFFEMENT CLIMATIQUE e
alla fusione atomica dei Ghiacci Eterni Nordici australopitechi, le maree
Atlantiche salgono La Seine quasi fino a Parigi, ora. Con un'altezza di
acqua salata di 2 metri 82 nel porto di Rouen, dove i moli son stati
innalzati di ben otto metri, per protegger case, industrie pescherecce e
popolazioni urbane locali. Se continua cosi' ci sarà ancora un'enorme
inondazione a Parigi, come nel 1910, 1809, 1711, 1610... Già esiste un
Piano Orsec (di messa in allarme mezzogiorno-meno-cinque in vista di
Catastrofe Maggiore) ben studiato, ed il Louvre ha già pronti 60.000
camions per trasportare le opere "sue" altrove.
Se non mi credete, andate a fare un giro in bicicletta o con pattini
da ghiaccio a Rouen. Per vedere con occhi e toccare con mano.
Ma insomma!
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IL LUNGO IL CORTO VIAGGIO DELL'UOMO DALLA TESTA...
L'HOMME A LA TÊTE
DE VERRE.
11 settembre Antofagasta, in illo tempore.
TRECENTOTRENTATRE'[333] aveva sete...(2)
TRECENTOTRENTATRE'[333] aveva sete..
GEPPO&BIMBO-giornata 1.296
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