2 GADDAFFIs tués: il en reste 38...

Publié le par maximilian capa

La morte non basta....

SCOOP: due GADDAFFI uccisi: ne restano 38!


GADDAFFI ed i 40 sosia.

 

AÏE!AÏE!AÏE! TOUT cela, ça tourne au vinaigre (pas balsamique...)
Les GADDAFFIs son Beaucoup Trop....
Saddam Hussein avait 4 (quatre) sosies: tous morts mal de mort
violente car, LES NAïFS, se sont rasée la fameuse moustache pour
passer inaperçus, ce que, justement, a fini pour le dénoncer....
Démasqués: QUICK! ZAC! PUM-PUM!

GADDAFFI, lui, aurait 40 (quarante) sosies (40 comme les vierges
du paradis de Susanna Ben Laden...).
Les barbouzes des Forces SPéCIALES (UK, USA, France), qui le
traquent à Tripoli & CIE y banlieue (Lampedusa, 9-3 est parisien, le
Kazakhstan de Mr Nazarbaiev, la culotte sale de ta soeur...)
pour lui faire son affaire -et plus si affinitées- sont fort emmerdés:
ils ont déjà abattu 2 (two) Gaddaffis sosies mais pas encore LUI,
le bon.
Eh...Les GADDAFFIs son Beaucoup Trop....
Un des sosies de GADDAFFI à Paris, Jonnnnyyyyiiiiiiiiii Hallydays
(Gianni Vacanze Smet), lui c'est un cas à part. Le pire (suite et FIN)...

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bamboladiguerra6

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POST:

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FAVOLE GROTTESCHE,

Libro Primo.

maximilian capa
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La Cappuccetto Rosso scomparsa

ed altre
FAVOLE GROTTESCHE

¤¤¤ vedi pure SOMMARIO:  
sommario favole libro primo

¤¤¤ vedi - pure- SOMMARIO libro secondo: sommario favole 2
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18

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Bambola di 
guerra.

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bamboladiguerra6
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(...SEGUE....)


Fra i fiori d'acacia dall'intenso olezzo e l'erba secca misteriosa  che non ti dico che
bruciava lentamente nella pipa e d'altri acuti odori, la Gelsomina si sentiva un
tantin ubriaca e si tergeva il sudore in perle umide sul viso ovale suo e sulle
ascelle e le anche e la radice delle cosce, con un fazzollettino dalla seta impalpabile,
a fiori iridati numerosissimi.
Anche il suo vestitino, leggerissimo e flessuoso coll'aria, era zeppo di fiori stampati
d'ogni sorta e colore, piccoli e sgargianti, che attiravano -i traditori- le api, le quali
-stupide per un momento- ripartivano tuttavia schifate e mugugnando contro
l'inganno, "che cosi' non si fa nella vita".
Lei temeva sfiduciata d'essere punta, per vendetta, ma gli insetti succhiatori
avevano subito già altro per la testa. E filavano altrove, verso gli onesti prati.
E, la Gelsomina, riprendendo le forze ed i forti sentimenti, teneva d'occhio di
sbieco la sua preda ancora non presa, ma ben destinata a questo ruolo.
E, presa d'ira d'Achille, tiro' fuori un metro e più di lingua verso il farfallo.
"Porco selvaggio dell'estero! perché non ti arrendi? Tanto, prima o poi ti becco,
io, e dopo ti sbatto dentro una damigiana che ho dai nonni, e t'impinzo di
moscerini e piattole amare e radicchio senza aceto!!!" grido' la fanciulla, scornata ed
amara, con una voglia forte di prenderlo a botte.
"Ignorante che sei!" esclamo' spavaldo e tranquillamente lo Spirandus: "...ti imparo
per tua buona condotta che io mangio solo ambrosia di fiori scotti in acqua di
Colonia, lumachine cinesi e striscette di polpa di bufala crude, con mozzarella...
maremmana... Guardati dietro le spalle, piccola!"
La fanciullina si giro' di scatto, ma nessuna minaccia era in vista. E strillo' un insulto.
Ma quello era ripartito sghignazzando, e lei riprese la rincorsa, stringendo i denti
sulla punta della lingua e fischiando acerbamente dalle orecchie.
"Neanche il tempo di nettare la pipa, mi lasci. Vergognosetta!" Bofonchio' il gaio
farfallone scappando ventre a terra, come un lepre senza coda.
Bisogna dire, per i disinformati cronici, che esser preso in caccia non gli
spiaceva tanto, che -anzi- ci si divertiva da matti.
Se veramente lo avesse voluto, con quattro colpi d'ala (4x4:16...) si sarebbe
ritrovato alto nel cielo e sopra gli alberi, per scomparire lesto come un
miraggio, pur se là sopra navigavano uccellacci da preda pronti a mangiarselo
nel becco con "mucho gusto", cosa che -per altro- poco lo inquietava, che
l'esistenza è robaccia effimera per l'insettaglia, e che -morto per morto- meglio
morto che smorto, meglio smalto che caglio, meglio breve che di lunga noia.
La vita è breve ed è meglio non spenderla a far politica e danari.
Ma, lui, s'era messo ad amare questa bimba alquanto cialtroncella, e stavano
nient'altro che "giocando insieme". Come non tutti fanno...
Quando volava via sfarfalleggiando, non correva mai troppo ed anche spesso
rallentava, per evitare che la Gelsomina si stancasse male, o tanto tanto.
Dentro un boschetto d'arte vegetazionale varia, ove c'era perfino un Rododendrus
Fillatticus Bember appena giunto dalla Birmania in motorino 50 cc a tre ruote motrici,
posato il sedere alto su un ramo -come solitamente- impose il libellulo ancora
una pausa e la bimbotta colse l'occasione per mangiare un po' di more di rovo e di
gelso, e chiacchierare amabilmente con una vipera cornuta di Cornovaglia
che passava di li', quasi per caso, colla sua covata sbraitante appena ritirata
dall'asilo infantile delle suore Urlesse dello Spirito Sacrissimo della Croce del
Santo Calamaio di Damasco&Betlemme.
"Un farfallone macedone...I macedoni sono bizzarri, fai BENE attenzione...che
son peggio degli albanesi e dei Tessalonici uniti insieme! Bada, piccola..."
consiglio' la dama rettile tutta ben vestita d'un abito di crespo del 1736 e rotti,
mentre ripartiva a casa d'altri, per lavare i piatti e le varie stoviglie, e preparare
una cena come si deve fra genti corrette. Aveva con sè un mazzo di rose e gigli.
E faceva "ciao, ciao" colla sua lingua biforcuta.
Ma, la Gelsomina, rimessasi in sesto, aveva la piccina voglia sopratutto di
rilanciare la caccia, e fremeva come un cavallo congolese avanti il galoppare,
mirando minacciosa il farfallo nel fondo degli occhi minuscoli ch'egli aveva.
Lo sguardo perforante di questi, anche fisso ed inerte, esprimeva ironia e
sottintesi poco ameni. Colla boccaccia ridanciana, da imbriago rovigotto.
Li' vicino, quattro cavalli del lontano Cile giocavano a carte, a scopa d'assi,
senza posta in gioco, intorno ad un fungo enorme di Bessarabia che serviva
gentilmente loro da tavolo.
Il più anziano, cosi' come sembrava, che fischiettava sottovoce ed a boccachiusa
"el condor pasa", si rivolse paternamente alla piccola, pronta e tesa a
scattare per l'inseguimento.
"Teresina..."
"No! Gelsomina!"
"Gelsomina. Diffida dei farfalli macedoni, che son viziosi e poco adatti per
la durata. Vinosi e drogati! Alessandro il Grande è morto a soli 33 anni!"
Ma la piccina era già corsa via e pure lo Spirandus sempre attento, che
s'attendeva al nuovo attacco, partito svolazzando in questo modo pazzesco
tipico dei lepidotteri a quattro ruote motrici che hanno fatto la Scuola di
Paracadutismo di Pisa in inverno, il quale veleggiare pare goffaggine ed
arte motoria distratta, obsoleta e da imbranati, ma che è molto efficace nelle
guerre, per lo spostamento logistico di truppe e di genti d'arma, e cani
di polizia, senza il soldo da mesi.

Le informazioni mi mancano in proposito. Sul vero percorso della fanciulla
e del SUO farfallo. Dal poco che so, mi appare sconnesso, complicato, con
vari passaggi nello stesso luogo e -per momenti- labirintico.
Gli mancava la bellezza circolare della fuga dell'Ettorre perseguito dal
cattivo Achille. Pur se non ho mai capito se si trattasse d'una pista
che gira sempre a destra, come Monza, o l'inverso... Ma, poco importa.
Ettorre non era mancino.
Achille era ambidestro e poteva usare due Colt, come John Wayne.
Intorno alle mura di Troja, l'Ettorre fugge a perdifiato, tenendosi gli
scarsi coglioni in pugno, per paura di perderli.
L'Achille, lui, ha perso Patroclo, e gli resta solo un mazzo di fanciulline per
sborrarsi in cazzo. Il che è poco da guerriero.
L'ira d'Achille...
Ma la verità sublime si trova altrove.
Essa consiste in questo:
se Ettorre avesse scarpinato velocissimevolmente durante questa maratona
iliaca che duro' giorni e giorni, egli avrebbe potuto portarsi , ritrovarsi nel
de-retro dell'Achille che LO INSEGUIVA.
Questo paradosso non è una buffonata.
Ettorre avrebbe potuto inculare l'Achille DA DIETRO, mentre questi voleva
soltanto piantare la punta della sua lancia nell'ampio petto del Trojano.
Un perimetro circolare in cui due assassini si danno la caccia è l'ipotesi
più divertente che ci sia. OGNUNO E' DIETRO ALL'ALTRO. Entrambi due.
Poiché non si saprà mai chi caccia chi.
E' comunque opportunamente provato che PER poter abbattere un
uomo -una donna-un pinguino-una mosca- in fuga, bisogna saperlo
spingere dentro UN CUL DE SAC.
Dall'IMPASSE non si sfugge, se ben leggete la cronaca nera.
Era questo l'intento della fanciullotta Gelsomina, di spingere prima o poi
il farfallo in qualche vicolo cieco, come la natura campestre li' in giro ne
aveva ben pochi e quasi per niente. Ma, colla pazienza cocciuta si arriva
a tutto, pure a cavar l'acqua d'in mezzo al deserto.
Pazienza, pazienza. E perseveranza...

E,questo inseguimento implacabile duro' proprio un bel pezzo, colle pause
inevitabili -ché la natura umana non è infrangibile- durante le quali il
farfallone "paziente" attendeva, fuori portata di mano e di insaccature nel
retino, che la piccina si rimettesse in forze (e coraggio). Per riprendere il
gioco.



(...SEGUE....)

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Dove, nella corriera per Milano...

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LA MENAGERIE IMPOSSIBLE

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LA MENAGERIE IMPOSSIBLE:PAGE 31

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