Voilà: France-Italie en FINALE!!!!!!!!!

Publié le par maximilian capa

COUPE du MONDE: c'est FOU!FOU!FOU!!!!!!!!

[pire que le 18 juin 1940! Peggio che il 25 Luglio 1943!]
RENVERSEMENT de situation HISTORIQUE!
FRANCE & ITALIE joueront les DEMI-FINALES!!!!!!!!!!!!
"Tous des drogués!" -coup de théätre sanglant en the World CUP
of FouteBolle &: coup de torchon: LA COMMISSION ANTIDOPING
a exclu la plus grande partie des équipes, pour
contrôle de DOPAGE POSITIF! "Les allemands avaient même
un petit moteur électrique dans leurs godasses y crampons!"
Réintégrées D'OFFICE, la FRANCE contre l'Uruguay, l'ITALIE
contro  l'Espagne, mardi et mercredi, auront l'occasion de
DE-montrer de quel bois on se chauffe!
***

Dove, nella corriera per Milano...

 

¤¤¤ pescegiallo 2

FAVOLE GROTTESCHE

(LIBRO SECONDO) :

***


maximilian capa
¤¤¤
La lunga morte
di Naso-Lungo Pinocchio
ed
ALTRE FAVOLE GROTTESCHE.

¤¤¤
¤¤¤ vedi pure SOMMARIO:   sommario favole

¤¤¤ vedi - pure- SOMMARIO libro secondo: sommario favole 2

***

2

***
L'enigma del pesce 
GIALLO
seguito da
La terribile soluzione dell'enigma
del pesce GIALLO.

***
(...segue)

Nella corriera una gentile ed obesa signora s'era seduta accanto a lui.
Mentre partivano per Milano intravide un grosso uccello nero con l'ala
spezzata, titubante e incerto vicino ai pacchi di giornali in attesa,
davanti alla cartoleria non ancora aperta. Non seppe che uccello fosse.
Con pena la bestiola scura cercava forse di capire cosa dovesse fare.
Si muoveva in ogni direzione. Una bambina biancovestita bionda e ben
pettinata sbuco' da dietro un angolo di casa poi decise di
non attraversare e lascio' che passi la corriera. Pareva una bimba morta
o magari un fantasma. Durante il viaggio la donnona al suo fianco la
sentiva guardargli il profilo intrigata e curiosa ed egli teneva pronta
la solita risposta ghignando fra le orecchie, che era stata una
malattia d'infanzia. Ma la signora resto' muta come un pesce rosso che
si agita ma tace dentro il suo boccale trasparente. Egli sapeva che non
era proprio bello da vedersi e ne aveva perfino fatto il callo. Aveva
comunque voglia come ipotesi di spalancarle d'un tratto la sua propria
valigetta nera parallelopipeda davanti al suo sguardo
bislacco proprio per vedere che faccia avrebbe fatto. Ma era troppo
perfezionista per lasciarsi andare ad un si' venale errore... Ghignava
intanto divertito immaginando e questo lo faceva sentire bene e forte.
Poteva perfino diventare indistruttibile. Con un morale di ferro.
Ma il suo pensare era anche per la barca che scendeva lungo il canale
Naviglio, che forse s'era arenata, come proprio non voleva che fosse.
Sbarcarono a Milano quasi in zona San Siro e cerco' ad una fermata che
Bus avesse potuto prendere per andare sui Navigli dove aveva deciso
di aspettare l'arrivo della barca anche per una settimana, in attenta
vedetta. Anche per tutta l'eternità avrebbe aspettato questa barca, se
Dio glielo avesse imposto. Ridacchio' di fronte alla sua propria feroce
determinazione. Rise talmente che fece un peto d'ano senza volerlo.
Allora decise di recarsi a piedi sulla Darsena, ad aspettare l'arrivo della
barca. Che forse non sarebbe mai arrivata a Milano.
L'attesa duro' due notti ed un giorno, egli si nutriva di panini
malfamati, beveva acqua di fontana, si svuotava le budella nella
viuzze adiacenti, dormiva su una panchina. Restando sempre li'in giro,
dove sperava che la barca tutta sola arrivasse.
E, poco dopo l'alba, la vide arrivare.
E fece due occhi grossi cosi' dal piacere.
E si mise dietro un angolo, per seguire l'inevitabile spettacolo,
sgranocchiando un sacchetto di rape quasi marce trovato di
fianco ad un bidone per le immondizie.
***
Il giornalista Benito-Osvaldo Mussolini (Duce, per gli amici e parenti,
ben noto cosi' negli ambienti gay milanesi), redattore del Servizio Spettacoli al
Corriere della Sera, usci' stirandosi sul terrazzino stretto ma geniale
che s'era fatto costruira nel vecchio abbaino ammodernato giusto in
riva del Naviglio Grande, per bersi calmamente il suo caffé.
Era nudo sotto la ridicola vestaglia a fiori stampati post-letto
pieghevole. In questa postura mattinale fantasiosa (erano le 11 ore)
Mussolini sporse pure la sua filiforme lunghissima carcassa per dare
un'occhiata in basso per scorgere gli andazzi del piccolo mondo
ridanciano, laborioso e vinaiolo del mitico
quartiere popolare di Porta Ticinese e fu cosi' che guardo'passare il
tram sferragliante ma sopratutto s'accorse che sulla riva di fronte del
canale un'anormale animazione fatta da poliziotti, pompieri e
carabinieri, aveva luogo. Erano imperniati intorno ad una barca, gli
parve, incagliata contro un'altra barca ormeggiata. Ma riconobbe
nell'alveare di divise sopratutto il suo antico compagno al Liceo Verri,
l'ineffabile funzionario di Polizia Giudiziaria Nino Ceruti, ciulin di
Lambrate, il questurino... Si mise di corsa una mutanda, un jeens, una
camicia a quadri rossi e gialli e una sigaretta MS in becco senza
scordare i mocassini e corse di corsa giù a vedere .
**********
Il questurino lo accolse più che bene, l'aveva colto arrivare da lontano,
giungere al trotto, passare il ponte avanti la Darsena, farsi largo fra
i curiosi tenuti a bada dal temibile appuntato Grassianu Soddu. "Duce,
mi fa piacere vederti. Sapevo che eri "in carcere" da queste parti, ma
non esattamente dove." Ceruti Nino per ciulin che fosse era un virile,
fumava la pipa. Vizio laborioso che forgia il carattere d'un uomo, anche
in questi tempi moderni. Dopo aver scambiato gli inevitabili amicali
preliminari, i due gentiluomini (quelli del Verri restano una raz za a
parte...) s'assisero in pieno sul cuore del dramma. "Ancora un sacco
d'ossa senza testa." Mussolini non seppe che dire, guardava dove il
famoso corpo presumibilmente si trovava ma impicci d'ogni sorta, di
genere umano, gliene impedivano la vista. "Il quinto, dunque?" "LA
quinta, questo è femmina." "Una donna. Anche violenza carnale?" ma il
questurino non gli rispose, per passar subito ad altro che gli bruciava
dentro. (I due facevano proprio un bell'articolo "il", il Ceruti Nino
quasi più largo che alto -167 CM-, pacioccone mangiatagliatelle, tipico
lumbard di periferia, già semicalvo, pipona in bocca. Invece il
Mussolini, Duce per gli amici, stanga impressionante intagliato alla
Giacometti -196 CM-, biondo come il frumento in luglio, bolzanino, aria
da intellettuale imbranato come una foca gentile). "E' l'inchiesta
parallela dei carabinieri che mi incasina tutto!" bercio' il
questurino, "Sono su qualche ipotesi ma ho del tutto escluso che si
tratti d'assassinii in serie commessi a caso da uno squilibrato
psicotico. La mia intima convinzione è che si tratti d'una meticolosa
vendetta... punteggiata da uno sfarfallio di messaggi indiretti e
cifrati...forse per metterci su false piste, f orse no. Non a caso ho
scritto sulla copertina di questo dossier "Il caso Edmond Dantès"!" Il
loquace questurino alzo' la testa per guardare il Duce dentro gli
occhi. "Edmond Dantès, il Conte di Montecristo..." "Sicuro, Montecristo
e non il sigaro..." e aggiunse il Ceruti Nino: "Studiando il curriculum
vitae dei decapitati e le loro connessioni e legami eventuali
arriveremo "di certo" a smascherare il pollastro sterminatore, ma fin qui
niente di niente. Un grottesco rebus. Il tipo è un intelligente
vizioso..." "E... ancora un pesce giallo?" "Già, differente dagli altri
ma sempre giallo, dipinto sullo stesso tipo di cartone e ritagliato
intorno e legato con spago nero al polso della mano sinistra..."

(segue...)


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