2012? déjà? mais c'est du SEGOsarko ça!

Publié le par maximilian capa


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2011?1911? ça va pas la tête, NON? - Le 31-12-2010 à 12:54

p.s. : ripeto il messaggio in quanto purtroppo: oune

cagata d' erreur avait foncé illicoPRESTOprontoSUBITISSIMO,au hasard,
 en une phrase ci-bas en bas, car

"cette pavre Italie" fallait la lire
"cette "pauvre" Italie".
Pour l'instant, c'est TOUT. MERCI!
CAR PAVRE, ça ne se dit PAS! Aurait-il fallu l'oublier?
Voyons...

Dove il Dottor TEDIO....

Papillon 4***
***




***POST:
PIZZA MARGHERITA au COUSCOUS
(et des minarets à PORTA SAN PAOLO)

D'après Ciano (en ses "carnets" 1936-43), Mussolini, l'ex anarco-socialiste
et anticommuniste suspect à la retraite en dictateur, tout gonflé qu'il était
d'entusiasme suite à l'invasion/occupation, sans coup férir, de "la pauvre"
Albanie (1939), se serait  écrié: "Maintenant qu'on a 4 millions de musulmans
DE PLUS dans Notre Empire, il faudra penser à édifier une grande mosquée
ici à Rome!"
Comme qu'il disait LUI même: "Mussolini ha sempre ragione!!!" Bon...
A l'heure qu l'est cette "pauvre" Italie là-bas se retrouve avec bien plus que
5 millions (6?7? quien sabe...) de ressortissants et clandestins et "touristes",
la pellagre maghrebine, albanos, nordafricos (1), chinois et est-europeens, dont
PLUS de quatre MILLIONS de muslims (et PAS "dans l' Empire" MAIS a
Cannicati'-di-sotto et Verbania-di-Sopra...).
S'imagine, ici de loin, l'émoi social y psychologique.
Il y en avait pas plus que 40/50.000 lorsque j'ai quitté "les lieux" ("mon" pays?)...
et invisibles, presque.
COMME QUOI: "Mussolini, "ho" sempre ragione..."
***
(1) On a affaire à des gens (ET PAS RACE!) communautaires (2) et DONC, de
mon point de vue, on a à faire avec des gens à l'idéologie foncièrement
"nazi-fasciste", avec le dévastateur rajout de la MEFITICA/INFETTA/MALSANA/
TOTALITARIA/IGNORANTE/PESTILENZIALE idéologie de l'ISLAM.
(2)...Quel che implica inevitabili distorsioni comportamentali ed attitudini
da rackett e da ghetto, nell'ingoranza televisiva che diventa alcova di
castrazioni mentali ben perniciose, "pericolose per sé e per gli altri".


¤¤¤

FAVOLE GROTTESCHE,

Libro Primo.

***

maximilian capa
¤¤¤
La Cappuccetto Rosso scomparsa

ed altre
FAVOLE GROTTESCHE

¤¤¤ vedi pure SOMMARIO:  
sommario favole libro primo

¤¤¤ vedi - pure- SOMMARIO libro secondo: sommario favole 2



***

9

***
PAPILLON DE NUIT, il mostro
stanco mentre attende speranzoso.

***
(...SEGUE....)

Era estate ancora, ma quasi autunno, con zampilli invernali
ghiacciati sui bordi umidi dei ruscelli.
  Mentre le rose fresche
imbellivano quasi da "maggio dal gonfalon selvaggio" ed
i peschi ed i ciliegi in fiore mollavano petali bellissimi nell'aria mobile,
per far passeggiare i giapponesi nei giardini, i quali festeggiano
tranquillamente queste cose.
Quasi autunno, inverno, estate dunque, con una scannardazzatura
finto primaverile trompe-l'oeil quasi invernale, dagli occhi limpidi
ed assai inconsueti, pieni questi di fiocconi sfarfalleggianti bianchi di
neve rosea d'aprile. E cosi' via.
Siccome ogni buon vampiro e rispettabile è, per forza!, un gran
romantico, ché altrimenti non sarebbe serio,  lo spirito del Profilatus
Latus Vertinus "von Scklöss" (meglio conosciuto come Papillon De
Nuit) vibrava, per analogie inconsulte e tremori melodici inconsueti,
sul bel nome della bella Rosina...
"La Bella Rosin era (stata) una deliziosa larga e tonda contadinotta
agricola dei dintorni -tornita e goduriosa- divenuta prestissimo
ed inevitabilmente amante e mantenuta del Re Vittorio Emanuele II
di Savoia e d'Italaglia, il quale non era uno striminzito stronzetto
come il suo mussoliniano nipote, il III, "imperatore", ma uno scopatore
vorace e bon vivant , che godeva nell'odor  di stalle e piscia di cavalla.
Bevendo un gotto dietro l'altro, mentre pompava la manzottina...
"La BELA ROSIN" piemunteisa, Papillon la immaginava -dunque-
formosa e sanguigna, dalle labbra vaste e carnosamente solide, sopra
e sotto, con almeno sette litri di sangue in circolazione ed in tasca
...quando, una donna normale ne scorpazza meno di 5). Una vera
caverna di Ali Baba di carne ed umori caldi, più che una donna...
Una goduria di femmina, "te lo dico", egli si diceva...
E sognava il placido mostro, mischiando LA BELA ROSIN colla
Rosina che vibratamente attendeva.
Come fanno i veri poeti, ante o post leopardiani.
Nol parco del Naighte-Clubbe pieno di foglie gialle e rossonere.
Dove.
Delle coppiette incoscienti e sans-soucis arrivavano folleggianti
su macchine automobili a quattro ruote bianche dalla carrozzeria
verde o arcobaleno Bioecologico, e penetravano ilari e gioiose
dentro la balera, come nella pancia arancione nichilista della
Grossa Balena Sarda, a spendere gli ultimi pochi soldi sparagnati
che avevano, incerto frutto di mesi di lavoro notturno alla FIAT.
Un ruscelletto - un certo Spiriminzio da Capri- che passava sinuoso
li' vicino, fumando la pipa a tout aller, protestava intanto tenuamente
contro le sorgenti sotterranee traditore e parassite che gli cavavano via
ladronescamente, a suo dire, parte della flebile sostanza acquosa e
pure pulitissimamente acquea, da vere bidoniste inveterate.
Dei pittigrilli e delle susmelle nere, a pallini a pois giallo-bianchi,
cantavano dolcemente sui rami. Guardando la mini-telé comprata
a rate mai pagate.
Un morto di fame notorio chiedeva incerto l'elemosina li' in giro. Ma
ben vestito, quasi, con frak e tuba neri, anche se un poco usati e
stanchi sui bordi sfilacciati. Con scarpacce di ceralacca ocra striate
di grigio madreperla. Il tipo riponeva meticoloso i soldini che riceveva
dentro un valigiotto Vuitton a fiori beige su fondo bistre giallognolo.
Ed il Papillon De Nuit persisteva nel fare e rifare, comporre e
ricomporre il numero della Rosina, che già gli era entrato in memoria.
E sempre gli rispondeva meccanica solo la Segreteria Telefonica,
come nel film di Chaplin col Charlot legato alla Catena di Montaggio,
con il giro di vite da avvitare perenne e mai finito. Ripetuto all'infinito,
come la risacca d'una mare stanco e vinto.
E duro' -quasi- qualche ora. In una assurda assurdità asessuata.
Ed egli ignorava che -come VOI lo sapete- la bella Rosina farfallina
si trovava, col suo telefonino nella borsetta, dentro la pancina del
piccolo albatros Slandro Puich.
Ed incomincio' a porsi varie questioni, il vampirone, fra l'altro sulla
ambigua sincerità delle donne e sull'incapacità dei Massimi Sistemi
galileiani per produrre fatti dopo i detti.
Ma continuo' monotonamente a chiamare la Rosina...
A chiamare. A chiamare. Il suo telefonino...
***
Il concatenarsi feroce di questa trama oscura ed inquietante ed
assurdissima è -per forza- strepitoso. Quasi esplosivo...
Non vi sarà sfuggito.
Ma, non perdiamo la testa per cosi' poco...
Torniamo al piccino albatros Slandro, appena uscito d'asilo infantile,
ma adesso malatissimo, con nella zona postorgiastica perigastrica
-fra stomaco esofago plantifugo e budellame vario- incastrata
l'indigestibile farfalla Rosina, già morta per rabbia e d'asfissia
d'altronde, ma rimasta micidiale nei suoi poveri resti di Cara Estinta.
Col telefonino che -di tanto in tanto- musichettava.
Il Dott. Tedio, dopo lunghe meditazioni pedestro-metafisiche, che
scarpinava in lungo e in largo sulla neve erbosa del campo, e
consultazione dei suoi ricordi professionali e scolastici, e tanti
tentennamenti ed annaspare, arrivo' alle giuste conclusioni.
"Il piccino deve volare, come un piccione da colombaia arzillo,
fare del movimento, altro che restare a letto! che cosi' creperebbe.
Via! nell'aria e controvento. In questo modo i muscoli delle
budella sue si rimettono in moto febbrilmente e ben in funzione
e ti trasformano il corpazzo stecchito della farfalla in merda. Dopo
aver defecato, il ventre sta sempre meglio, da dio!" IPSE DIXIT.
[Mentre, anche il Leonardo da Vinci, un puro dei puri, nel suo Codice
Atlanticus, ha scritto chiaramente che: "Cagare è importante, ke
non bisogna ritenere il bisogno di defecazione per ansia culatina e
finocchiara, capriccio ed/od egoismo erotico intestinale, se non
si vuol incassare malevoli e gonfi mal di pancia."]

(SEGUE....)

 

***VOIR AUSSI:

 
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